L’Opera

La storia

E’ il 1946. La guerra è appena finita alimentando molte speranze, ma lasciando anche molte distruzioni. Tra queste ultime anche i patrimoni di intere famiglie, prima della guerra da sempre benestanti, che si trovano ora ad affrontare una grande povertà avendo perso le proprietà sotto i bombardamenti, subìto fallimenti azionari, essendo cadute nella rete dell’usura. Si tratta di una nuova povertà, quella di famiglie, tra l’altro, incapaci di palesare la propria nuova, drammatica situazione.

Per questo, nel gennaio di quell’anno, il Gruppo dei laureati della San Vincenzo, di cui aveva fatto parte Pier Giorgio Frassati, inizia ad occuparsi di questi casi. Nasce così, a Torino, il Gruppo San Giobbe il cui nome si ispira al personaggio dell’Antico Testamento che, ricchissimo, si trovò improvvisamente malato e in miseria. Tra gli altri, fanno parte del gruppo P. Enrico di Rovasenda, l’Ingegner Guala, il Professor Guaraldo, l’Architetto Bardelli, il Professor Ponzio.

Il loro entusiasmo deve scontrarsi, però, con la diffidenza, soprattutto delle signore, scioccate sia dalla tragedia, sia dall’essere state bersaglio di truffe da parte di persone prive di ogni pietà e scrupolo. Il problema pare risolversi inviando elementi femminili presso le famiglie bisognose. Così il gruppo diviene misto e dà il via alla formazione di altri quattro gruppi oltre ad uno misto giovanile di cui fa parte Luigi Rossi di Montelera.

L’anonimato costituisce una delle prime regole del Gruppo. Gli aiuti sono integrati dal Vaticano e dalle derrate rimaste dagli aiuti americani U.N.R.RA. Nel quarto anno di attività, dai pochi casi iniziali, le famiglie bisognose diventano 543.

Il periodo è caratterizzato da un imponente fenomeno migratorio verso Torino. Il Vaticano, ed anche lo stesso Cardinale Fossati, sono costretti a dirottare gli aiuti verso la popolazione degli immigrati. E’ un momento difficilissimo per la San Giobbe, ma i suoi membri, fiduciosi nella Provvidenza, riescono con nuovi, grandi sforzi a non lasciare andare alla deriva le famiglie che avevano ritrovato una certa serenità e con le quali si era stabilita una sincera amicizia. In quei mesi sorge il Gruppo delle Patronesse seguito da quello dei Patroni.

L’attività della San Giobbe prosegue così nel dispensare aiuto sia a livello morale, sia materiale: dall’assistenza, anche notturna, in ospedale al sostegno per terapie anche svolte all’estero, dal pagamento delle tasse universitarie a studenti particolarmente meritevoli (alcuni diventeranno celebri professionisti), alla vendita di oggetti come mobili, manoscritti e qualche gioiello sottratti alle offerte inaccettabili dei rigattieri ed ancora all’organizzazione di periodi estivi presso le colonie Martini e Rossi ad Andrate.

Molte sono le testimonianze e gli attestati di riconoscenza di chi ha ricevuto l’aiuto della San Giobbe che proseguirà la propria attività restando sempre fedele ai principi su cui si fonda.

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Il Santo

San Giobbe una figura molto nota nella Bibbia e nella tradizione cristiana come modello di santità e di pazienza. Egli “visse nel paese di Hus” (1, 1), che moltissimi autori identificano con la regione posta tra l’Idumea e l’Arabia settentrionale.